Storia - Arcamodellismo Torino

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LA NOSTRA STORIA

 
Correva l’anno 1975

… sul catalogo Rivarossi appare il primo convoglio TEE, va in disarmo il transatlantico Raffaello, a Torino iniziano le trasmissioni di Radio Gemini One, sempre a Torino due amici pensano di rendere partecipi della loro passione i fermodellisti creando un motivo d’interesse comune … Arcamodellismo è “nata” così in quell’atmosfera.

La prima pazzia dei fondatori “Arcamodellisti”, ma anche la chiave di volta, è stata la “1ª Mostra di Modellismo” del 1976: il caos ha regnato tra i soci per alcuni mesi, tempo necessario per cercare di capire cosa fare. Poi … la nebbia si è diradata ed è stato un successo (!?!): affollano il salone di via Assarotti “Aerei, Auto, Navi e Treni”, inaspettato il successo sia di pubblico sia di modelli esposti tanto da indurre gli organizzatori a trasformare quel primo, casuale momento in appuntamento annuale dedicato ai modellisti, non solo torinesi.

Curiosando nei cassetti tra vecchie foto in BN delle prime mostre, schizzi per le locandine (non esisteva il PC), appunti d’articoli in seguito pubblicati sulle riviste del settore, elenchi di “cose” da realizzare in futuro, si percepiva un’atmosfera di magici ricordi: i momenti di condivisione, i lavori febbrili per la realizzazione di piccoli diorami da presentare alle mostre, i dialoghi tra gli “amici-soci” per la ricerca di aggiuntivi da collocare sui modelli della vecchia produzione Rivarossi da elaborare. Cose forse insignificanti che comunque rappresentano la storia di Arcamodellismo.

E le foto di gruppo: espressioni diverse, capelli lunghi e poi di colpo in mezzo agli altri i visi di chi non è più con loro, di chi li ha lasciati, momenti intensi e vivi sempre presenti.

Mario “il farmaco” con i suoi modelli di nicchia, le “loco di latta” e le teorie sul diorama operativo, antesignano di un mondo che oggi è realtà, l’ultimo a “montare il tavolo” alla vigilia delle mostre.

Piero, storico “uomo Satti”, che alla guida di Filobus, Bus, Treni, e anche Ambulanze ha compiuto imprese memorabili che ha raccontato con altrettanti aneddoti arricchiti di un sano folclore ad esclusivo piacere dei soci.

E cosa dire di Rolando “Tender” che montava i “trenhobby RR” sul “15” mentre tornava a casa dopo l’acquisto, amante di un treno per giocare, per costruire e perché no … per sognare.

Riccardo, pochi anni con loro, il lavoro lo impegnava molto e lo teneva lontano, ma quando era a Torino non mancava la visita e il suo interessamento per “Gardesio”.

E poi Mario “Il Geo” amante delle loco a vapore sempre avvolto nella nuvola di fumo del … suo sigaro.

Filippo, se ne’ andato in un giorno di primavera, discretamente come era apparso trenta anni prima, quasi un sogno … ma il sogno continua.

Il Presidente, cofondatore del gruppo, con lo stile che lo ha sempre contraddistinto, serietà e discrezione, ha pensato di lasciare ai soci il compito di celebrare questa data, ma certamente li osserva rammentando loro che il gioco iniziato quarant’anni prima deve continuare.

Nel 1982 il fermento era nell’aria, la decisione “Costruiamo un plastico” era presa: inizia così un minuzioso lavoro di ricerca per un tracciato paesaggistico veritiero ma soprattutto che si adatti all’architettura del locale in cui sarà collocato.

Tra tante vicissitudini e spostamenti nasceva, nel 1983, “Gardesio”, non solo un plastico, ma soprattutto un laboratorio di sperimentazione che con i suoi 54 m. di sviluppo e i 35 m² di superficie, diventa centro di attenzione e discussione attorno al quale ritrovarsi per fantasticare tra realtà e finzione e che tuttora è utilizzato come banco di lavoro per i principianti e “vetrina delle idee” per i più esperti.

Numerosi diorami, pubblicati sulle riviste, sono stati inseriti nel paesaggio di “Gardesio”, i primi sinottici di stazione a “itinerario manuale” tuttora funzionanti, i regolatori raddrizzatori a onda quadra, brandeggiabili, che facevano emettere ai motori il caratteristico sibilo a frequenza variabile, i cappi di ritorno con inversione a ponte di diodi. Un mondo che, con l’avvento dell’elettronica prima e del digitale poi, è ormai diventato da museo paleo-fermodellistico, “Gardesio” nonostante tutto continua a funzionare e a divertire i soci e non solo.

Nasce anche la collaborazione con le riviste specializzate sulle quali sono pubblicati gli articoli dei lavori (diorami e plastici) realizzati dai soci.

Negli anni successivi l’attenzione della mostra si sposta sempre più verso il mondo dei treni fino ad occupare l'intero spazio espositivo: ecco quindi la minuziosa esplorazione delle diverse sfaccettature del mondo reale dei treni. Il fascino del viaggio, il rapporto con l'ambiente, l'unificazione europea e l'alta velocità, sono solo alcuni dei temi trattati nelle (ultime) varie edizioni della rassegna.

A suggellare il raggiungimento dei 10 di attività la mostra diventa concorso “ARCAMODELLISMO 10 Anni” dotato di premi per i numerosi concorrenti. Seguono "Ferrovie e Ambiente" per l’occasione dei 150 anni delle nostre FS, primo importante concorso modellistico nazionale sul tema dell’impatto ambientale. Chi non ricorda poi nel 1995, venti anni di attività, "Acque e Binari" con un’infinità di plastici e diorami dove ponti, fiumi e ferrovie s’intersecavano con stupendi effetti scenici.

Nel 2000 ARCAMODELLISMO ha vissuto con “L’Uomo e la Ferrovia” il suo "Giubileo": 25 anni di attività, d’incontri, di amicizie vecchie e nuove, di plastici, di diorami, di divertimento e tanto altro ancora. Il terzo concorso modellistico nazionale ha impegnato i soci per 9 giornate: cartoline celebrative, annulli postali speciali, proiezioni, dibattiti e attività collaterali hanno animato la mostra visitata da 4237 persone.

Nel 2001 si avvia la costruzione del nuovo plastico modulare “4 Regioni” per sottolineare che il trascorrere del tempo non ha assolutamente sbiadito la voglia di fare e di giocare dei primi anni quasi come se quel primo, piccolo diorama “Il ponte sul fiume Maso” in Val Sugana, rappresentasse un unico lunghissimo plastico.

Se il plastico sociale è stato il collante, le mostre organizzate in casa (40) e quelle alle quali hanno partecipato sono state la sfida che ha permesso al gruppo di continuare incessantemente a produrre modelli, elaborazioni, diorami e plastici da presentare alle stesse, ma anche per il puro piacere di costruire, di mettersi in gioco.

E cosa dire delle tante trasferte, ma Novegro fra tutte rappresenta, dal 1990, un momento d’incontro annuale con tutti gli amici modellisti e non solo, ed è proprio a Novegro che rappresentanti di alcune associazioni europee hanno apprezzato i lavori dei “giovani” soci invitandoli a esporre i plastici alle più prestigiose mostre del settore: Utrecth, Saint Etienne, Parigi e Dortmund.
Per la cronaca hanno esposto anche a Piossasco (To).

Ed ecco che di colpo si accorgono del tempo trascorso, ma solo per quel numero “40” che appare sulla locandina che quasi come una “grida” ci invita a ritrovarci nella casa di Arcamodellismo per il solito “Rito”, ma … “Gardesio” va avanti e loro con lui e il divertimento continua, in un percorso lungo “40 anni”.

(*)  Scritto in occasione dei 40 anni di Arcamodellismo
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